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Abbazia dei santi Fidenzio e Terenzio

L'Abbazia dei Santi Fidenzio e Terenzio si crede fatta costruire dai Nobili di Massa nel XI secolo ma la fabbrica più antica sembra risalire ai secoli IX o X quando, nell'attiguo monastero, vi si installò una comunità di monaci benedettini che la ressero fin verso la fine del 1300.
Fu pieve importante con alle sue dipendenze molte chiese e castelli. Dai registri delle decime risulta che nel 1276 aveva sei monaci retti da un abate Pietro. In seguito, ai monaci benedettini, subentrò il clero secolare.
La chiesa è dedicata ai martiri Fidenzio e Terenzio che, originari della Siria, partirono da Roma per diffondere la religione cristiana. Giunti nel territorio tudertino, al tempo dell'imperatore Diocleziano, furono catturati e martirizzati "in Civitate Martana, Tuderto proxima". I loro corpi furono poi sepolti segretamente nel luogo dove ora sorge la chiesa. Probabilmente, però, molto prima di questa venne eretto, sul loro sepolcro, un oratorio, come suggerisce una pietra della cripta con l'iscrizione "Beatus Fidentius et Terentius hic requiescunt", i cui caratteri sembrano ascrivibili ai secoli VII, VIII. Le reliquie dei loro corpi vennero riesumate nel 1629 dal cardinale Boncompagni e trasportate nel paese di Bassano di Orte.
Nel corso del secolo XIII la chiesa subì notevoli e radicali rifacimenti che le conferiscono l'aspetto attuale.
La facciata è in pietre squadrate a filari bianchi e rossi; ha un semplice portale con arco a tutto sesto sopra al quale si apre una bifora a due rincassi con colonnina in pietra.
Sul fianco sinistro si eleva una snella torre campanaria quadrangolare, poggiante su una base dodecagona a grossi blocchi di travertino. La base ha una grande volta a cupola ed è probabilmente un mausoleo romano di epoca tardo imperiale.
Il grandioso interno ha un bel soffitto, con piastrelle interamente decorate, rinforzato da arcate gotiche. Poco oltre la metà dell'unica navata, un'ampia gradinata immette nel presbiterio sopraelevato, al centro del quale si trova un antico altare costituito da una lastra di travertino, che ricopre il sarcofago dei due martiri, e adornato di quattro colonnine angolari di pietra.
La parete di fondo ha tre alte finestre strombate a feritoia ed è interes-santissima per i numerosi frammenti scultorei alto medioevali, reimpiegati nella sua ricostruzione. I bassorilievi dei quali è difficile poterne dare una sicura datazione e stabilirne l'originaria funzione, raffigurano matasse bisolcate, vari motivi floreali, rozze figure umane ed equestri e una serie di motivi architettonici. Nella zona absidale è conservato un frammento di affresco raffigurante la Madonna con il Bambino attribuito a Bartolomeo da Miranda.
Ai lati della scalinata centrale due stretti passaggi conducono alla cripta.
Sopra il passaggio di sinistra vi è un ambone costruito con due grandi lastre di marmo scolpito: quella verso l'esterno ha un motivo di cerchi annodati riempiti di fiori, grappoli, elici ed apici gigliati, l'altra è decorata con un tipico nastro bisolcato formante grossi nodi allentati, motivo riconducibile, anche per la fattura irregolare, al IX secolo.
Della più alta importanza è la suggestiva cripta, con andamento planimetrico ad arnica e dall'iconografia indicante una datazione molto remota fra il IX e il X secolo. Una centrale colonna romana di marmo grigio, con bellissimo capitello ionico, e due colonne laterali di travertino sorreggono un magistrale incrocio di volte rinforzate, nel rifacimento duecentesco, da robusti sottarchi.