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Le risorse naturalistiche

Le risorse naturalistiche presenti nel comune di Massa Martana sono costituite essenzialmente dalla catena dei Monti Martani, che attraversa da nord a sud tutto il territorio. Altri luoghi suggestivi sono legati ai piccoli torrenti che scendendo dalle montagne attraversano il territorio.


I Martani
II massiccio dei Monti Martani si trova al centro dell’Umbria e si estende con andamento nord-sud per circa 45 Km.

E' delimitato in modo netto ad oriente dalla Valle Umbra, e dalla valle del Serra, ad occidente dalla valle del Tevere, ed infine a meridione dal fiume Naia che scorre parallelamente al gruppo dalla piana di Terni sino a Todi nei cui pressi sfocia nel Tevere.

I Martani hanno fianchi prevalentemente dolci solcati da valloni, dovuti alla presenza di rii torrentizi asciutti per la maggior parte dell’anno.
L’alto grado di permeabilità delle rocce calcaree e la presenza del sistema di faglia hanno permesso l’instaurarsi di una circolazione idrica sotterranea profonda e complessa, in alcuni casi l’erosione dell’acqua ha prodotto forre molto profonde, con doline e inghiottitoi dovuti alla dissoluzione dei calcari; non mancano, infine, cavità e grotte.

Tra la zona pedemontana e quella valliva sono presenti alcune sorgenti minerali e mediominerali come quelle di San Faustino, Amerino, Furapane, Fabia e Sangemini. Si possono inoltre trovare particolari formazioni geologiche disegnate dall’erosione prodotta dal vento.

 

Le cime dei Martani sono per lo più arrotondate ed hanno carattere prativo.

Scendendo da nord, si incontrano, dapprima, modeste alture costituite da colline (la più alta Poggio Civitelle raggiunge i 701 m), quindi, superata la depressione costituita dal torrente Puglia iniziano le alture maggiori:

il Monte Martano (1094 m), il Monte Capoccia Pelata (1054 m), il Monte Forzano (1086 m), Colle San Bartolomeo (1028 m) e Cima Panco (1013 m).

Vi sono poi alcune cime che non raggiungono i 1000 metri superate le quali si giunge, infine, al Monte Torre Maggiore (1120 m), il più alto dei Martani, e al Monte Torricella (1054 m), che costituisce l’ultima propaggine meridionale del gruppo.

 

Flora e vegetazione

Tra i boschi sicuramente più interessanti segnaliamo innanzitutto i sempreverdi, caratterizzati in primo luogo dal Leccio (Quercus ilex).

Si segnalano inoltre, il Corbezzolo (Arbutus unedo), il Terebinto (Pistacia lentiscus), il Lentisco (Pistacia lentiscus), l’Erica (Erica multiflora), L’Olivastro (Phillyrea latifolia) ed il bellissimo Pino d’Aleppo (Pinus halepensis).


II Pino d’Aleppo, unica conifera spontanea della zona, si accompagna principalmente con la Roverella (Quercus pubescens), una quercia a foglia caduca. Il sottobosco è caratterizzato in primo luogo da cespugli di cisti, eriche e dalla Coronilla (Coronilla valentina), una leguminosa pressoché scomparsa.

 
Per quanto riguarda i boschi a caducifoglie si distinguono, in base alla zona pedemontana, tre diverse tipologie.

 

Nella zona collinare e basso-montana, si ha la presenza di boschi con copertura prevalente a Roverella (Quercus pubescens), a cui si accompagna il Cerro (Quercus cerris), l’Orniello (Fraxinus ornus), il Prugnolo (Prunus spinosa), l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum), il Sorbo (Sorbus domestica), il Melo selvatico (Malus sylvestris). Lungo i valloni più freschi e sopra al limite ottimale della Roverella, i Monti Martani ospitano alcuni bellissimi boschi di Cerro (Quercus cerris), un’altra splendida quercia a foglia caduca, presente anche con esemplari giganteschi. II bosco di Cerro, normalmente, presenta una variata minore di specie compagne che non il bosco a Roverella. Tra di esse si segnalano: il bellissimo Acero napoletano (Acer obtusatum) dalle ampie foglie lobate ricoperte di una morbidissima peluria, il Melo selvatico (Malus sylvestris), il Sorbo domestico (Sorbus domestica), ed il Sorbo selvatico (Sorbus torminalis).

Ultima formazione boschiva dei settori collinari e basso-montani sono gli ampi boschi a Carpino nero (Ostrya carpinifolia) ed Orniello (Fraxinus ornus).

Ascendendo alla zona montana, si incontrano i bellissimi boschi a Faggio (Fagus sylvatica), sicuramente uno degli alberi più belli d’Italia.

 
Questi boschi, in maggioranza, risultano formati quasi esclusivamente dal montano Faggio e, tra le poche specie arboree che nella zona lo accompagnano, troviamo il Cerro e l’Acero napoletano.


Vi è poi la presenza, lungo alcuni torrenti dei versanti orientali, di alcune contenute boscaglie che vegegetano solamente in ambienti permanentemente umidi.

Queste boscaglie sono caratterizzate in primo luogo dal Salice ripaiolo (Salix elaeagnos), facilmente riconoscibile per le lunghe foglie lanceolate, al quale si affiancano, il Salice bianco (Salix alba) ed il Salice rosso (Salix purpurea).

Infine nella zona che interessa la sommità dei rilievi maggiori ricordiamo le vaste coperture pascolative dovute ad antiche opere di disboscamento operate dall’uomo.

Tali pascoli in primavera assumono un fascino del tutto particolare, per le bellissime ed estese fiorite che li ricoprono.

Viola di Eugenia (Viola eugeniae), primule e genziane di varie specie, Campanula (Campanula glomerata), Tulipano montano (Tulipa montana), Narciso selvatico (Narcissus poeticus), Giglio rosso (Lilium bulbiferum ssp. croceum) e svariate specie di orchidee.

Si ricorda che molte di queste specie risultano essere protette: ne è quindi vietata la raccolta.

 


Fauna
Per quanto riguarda la fauna la sua diversificazione è legata alla varietà di ambienti vegetali sopra esaminati.

Tra gli invertebrati vanno ricordati due splendidi insetti: la Farfalla del Corbezzolo (Charaxes jasius) una splendida farfalla diurna di grandi dimensioni e dai colori tipicamente tropicali, purtroppo sempre più rara, intimamente connessa al Corbezzolo (Arbutus unedo), pianta della quale il bruco si nutre; ed il Cerambice del Faggio (Rosalia alpina), un raro coleottero cerambicide, contraddistinto da una livrea celeste-cenere con elitre punteggiate da macchie nere vellutate, la cui esistenza è particolarmente legata ai boschi di Faggio.

 

Tra gli Anfibi si segnala la bella e rara Salamandra pezzata (Salamandra salamandra gigliolii) e la piccola Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), specie endemica dell’Appennino e delle aree montano-collinari limitrofe. Per i Rettili ricordiamo il Cervone (Elaphe quatuorlineata quatuorlineata), un grosso ma innocuo serpente, e la Vipera comune (Vipera aspis francisciredi), l’unica specie potenzialmente pericolosa per l’uomo che merita comunque rispetto per l’importantissimo ruolo che svolge in natura, quale assidua cacciatrice di piccoli roditori infestanti.

 

 
 
Tra gli uccelli si segnalano: la Poiana (Buteo buteo), lo Sparviero (Accipiter gentilis) ed altri rapaci diurni e notturni. Si segnala, inoltre, la presenza di specie rare come il Picchio verde (Picus viridis), il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), il Martin Pescatore (Alcedo atthis) ed il Passero solitario (Monticola solitarius). I Mammiferi, pur presenti in un certo numero di specie, sono di difficile osservazione per il "non specialista", la loro presenza è ricavabile solo da un’attenta analisi del terreno.

Tra di essi si segnalano: l’Istrice (Hystrix cristata), lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), la Volpe (Vulpes vulpes), la Donnola (Mustela nivalis), la Puzzola (Putorius putorius), la Faina (Martes foina) e il Tasso (Meles meles).

 

I Percorsi

A metà degli anni ottanta per iniziativa della Regione Umbria nacque il Martani Trekking.

Si tratta di un percorso "a doppio anello" o "ad otto" che si sviluppa su terreni diversi: sulle creste erbose e sulle dorsali ammantate dei boschi, tra i piccoli paesini medievali, su strade storiche e su sentieri: un percorso adatto ai tre tipi di escursionismo: a piedi, a cavallo e in mountain-bike.

 

Nove tappe per complessivi 110 Km con quasi 5000 m. di dislivello in salita ed altrettanti in discesa, caratterizzano il Martani Trekking. Ad esse si accompagnano alcune varianti proposte dalle sezioni del Club Alpino Italiano di Terni e Spoleto che offrono all’escursionista ulteriori possibilità escursionistiche ed una lettura più dettagliata di tutto il territorio.

In questa sede ci occuperemo esclusivamente delle escursioni che è possibile effettuare sul versante massetano dei monti Martani, rimandando alla pubblicazione Martani Trekking (Marco Piccio, Martani Trekking, Piero Amighetti Editore, 1992), per una descrizione delle altre tappe che costituiscono il percorso, per un'approfondimento di quelle qui tattate e per la cartografia.