L’Amore perduto diviene potenza creatrice per la rinascitaAppuntamento da non perdere con una versione originale di grande effetto de L’Orfeo di Claudio Monteverdi.Questo evento fa parte delle attività del progetto “Umbria Cantat” a cura di Opera Network, con sede in Acquasparta, che si è aggiudicata il “Bando per il sostegno di progetti nel settore dello spettacolo dal vivo – anno 2023” di Sviluppumbria e si svolge in collaborazione con i comuni di Acquasparta, Avigliano Umbro, Montecastrilli, Massa Martana e il Centro Turistico Giovanile Acquasparta e con il Progetto Creative Europe “Let’s Sing Opera” dedicato alla valorizzazione deigiovani talenti lirici e a favorire l’esperienza sul palcoscenico dei giovanissimi coristi a livello europeo.La mirabile opera monteverdiana è una produzione di Opera Network e di Ensemble San Felice partner del Progetto LSO, la Regia del Palcoscenico Virtuale è di Carla Zanin, la Direzione musicale è di Federico Bardazzi, la Direzione Artistica di Paolo Bellocci e la Produzione di Marcello Bigerna.L’opera è realizzata con il sistema Palcoscenico Virtuale, l’innovativo metodo nato da un’idea di Carla Zanin in risposta all’emergenza pandemica, che vede nuove modalità blended, tra reale e virtuale, tra filologia e tecnologia, applicate all’allestimento operistico sia per la parte scenica e visiva, sia per quella audio e musicale. Il cast internazionale di altissimo livello è composto da giovani talenti capeggiati dal virtuoso Leonardo De Lisi, affermato tenore fiorentino nella parte di Orfeo.L’ensemble strumentale vede musicisti di primo piano quali il flautista Marco Di Manno cofondatore dell’Ensemble, il continuista Dimitri Betti assistente musicale e clavicembalista e Cecilia Iannandrea maestro collaboratore all’organo.L’imponente progetto vedrà evocato anche il personaggio di Dante in qualità di accompagnatore/traghettatore di Orfeo, interpretato virtualmente da Paolo Lorimer e le danzatrici della compagnia Kinesis del Coreografo Angelo Egarese. Cuore visivo e pulsante dell’opera sarà la scenografia virtuale immersiva realizzata da Carla Zanin e Alessio Bianciardi che trasporterà lo spettatore nei luoghi dell’Anima dove si creano e si dissolvono le umane passioni, così come gli elementi primordiali si generano e si annientano nell’eterno ciclo di morte e rinascita.La direzione musicale di Federico Bardazzi combina magistralmente l’approccio filologico, che contraddistingue da sempre le interpretazioni dell’Ensemble San Felice, con lo sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative capaci di valorizzare la sublime espressività del capolavoro monteverdiano in chiave contemporanea. Un nucleo strumentale (basso continuo e alcuni strumenti “colla parte”) e i principali solisti vocali si esibiranno dal vivo, dialogando con sezioni preregistrate, suoni campionati, delay, effetti sonori e acustici.Dante e OrfeoIn questo spettacolo la lirica dantesca scandisce le vicende dell’opera; il Vate ritorna all’infero arcaico da cui ha tratto ispirazione per il suo Inferno in qualità di “guida” di Orfeo, come Virgilio lo fu per lui medesimo, nel viaggio attraverso i mondi in una visione del tempo circolare e non lineare, dove il tutto è soggetto al perenne ritorno poiché inscritto in un’unica grande “imago” il cui linguaggio dell’anima risiede in un eterno presente.Nella Commedia notevole è la presenza di affinità tra l’autore e Orfeo, oltre alla breve citazione diretta – nel “castello degli spiriti magni” del limbo (Inf. IV 139) Dante vede Orfeo assieme ad altri personaggi ed eroi dell’antichità: “e vidi Orfeo, Tulio e Lino e Seneca morale;” – è diffusamente espressa in tutta l’opera, nell’impronta che il mito di Orfeo e Euridice ha lasciato come archetipo nel viaggio di Dante alla ricerca dell’amata Beatrice. Entrambi sono poeti che compiono un viaggio iniziatico che li condurrà a immortalare la creazione poetica e ad essere glorificati come massima espressione.Il tema centrale dell’Orfeo – l’intimazione di non voltarsi da parte di Plutone – è chiaramente presente nel IX canto del Purgatorio, quando sulla soglia, appena lasciato l’Inferno, l’angelo guardiano si rivolge a Dante: «di fuor torna chi ’n dietro si guata».L’Orfeo di questo spettacolo compie il Viaggio ctonio, infero, cioè un percorso all’interno del Sé, per eternare il pathos e rappresenta non solo un mito, ma un archetipo capace di attivare l’energia profonda che vibra nel fondo dell’Anima Universale, una entità che incarna il principio e l’essenza stessa dell’arte: dunque il cantore non incarna solamente il poeta, il musico cioè l’artista, ma al contempo diviene egli stesso atto creativo, creazione ispirata e quintessenza dell’Arte stessa, in quanto espressione suprema.Il Canto di Orfeo diviene linguaggio dell’Anima che osa esprimere l’inesprimibile.Un viaggio iniziatico nel mondo inferiore che è Psychè, per rigenerare la scintilla divina dell’ispirazione di cui l’essere umano è solamente uno strumento; un viaggio dentro gli abissi dell’anima per ritornare al divino, sperimentando l’ombra che è condizione imprescindibile per scorgere la luce ed è parte stessa della luce.“Il mondo fu creato dalla morte, che canta il canto della morte creatrice, il quale si solidificain pietre e carne. Dalla quiete o morte originaria sorge il desiderio, la fame o brama come allospezzarsi di un uovo la creatura”. (Elémire Zolla)L’effetto finale è di sorprendente intensità.